L’unione fa la forza. E’ l’antico proverbio che sintetizza perfettamente l’iniziativa promossa dall’Associazione Terra amica in collaborazione con i Servizi per le Tossicodipendenze (SerT) e le unità di malattie infettive di Catania e provincia per interventi di prevenzione, diagnosi e cura di HIV e epatite C nelle persone che cadono nel tunnel della droga. Si tratta di un vero e proprio nuovo modello di alleanze per combattere le due patologie nella popolazione tossicodipendente. Un modello che Terra Amica potrà realizzare grazie al finanziamento di 25.000 euro ottenuto al Community Award Program, Bando di concorso promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences che seleziona e premia i migliori progetti di assistenza e supporto al paziente presentati da Associazioni pazienti e Organizzazioni no profit del Paese.
“La tossicodipendenza è una via chiave per la trasmissione di HIV e HCV – sottolinea Mario Raspagliesi, Responsabile del progetto e presidente di Terra Amica – La dipendenza da sostanze per via iniettiva è responsabile di oltre un terzo (36%) dei casi di sieropositività e di gran parte dei casi di infezione da epatite C nei tossicodipendenti dai 40 anni in su. Intervenire su questa popolazione è fondamentale per contrastare la diffusione di entrambe le infezioni. E questo può essere fatto solo in collaborazione con chi ha in carico direttamente questa popolazione, i SerT e chi si occupa di malattie infettive, cioè le unità ospedaliere preposte”. Grazie alla collaborazione con i SerT, verranno identificate e “agganciate” dall’Associazione le persone con dipendenza accompagnandole, previo colloquio con personale dedicato e formato, all’esecuzione del test salivare di screening per HCV e HIV, più facilmente accettato rispetto ai test ematologici in quanto più semplici, rapidi non invasivi. In caso di positività al test, dopo un counselling dedicato su infezione e possibile cura, verrà affiancato al soggetto sieropositivo un operatore specializzato, con la funzione di caregiver, che lo accompagnerà nelle strutture ospedaliere di malattie infettive e lo seguirà durante tutto il percorso terapeutico.
Proprio l’affiancamento del caregiver consentirà di migliorare l’accesso dei tossicodipendenti ai reparti di malattie infettive, favorire il trattamento farmacologico e monitorarne l’aderenza. Le nuove terapie oggi disponibili consentono di controllare la progressione dell’HIV e di guarire l’HCV ma richiedono una loro corretta e adeguata assunzione. In caso contrario, viene vanificata la loro efficacia. Il caregiver avrà l’importante compito di facilitare l’aderenza terapeutica una volta che la persona sarà entrata nelle strutture ospedaliere. Il progetto prevede inoltre un intervento di counseling specifico per i familiari sia sull’assistenza da offrire sia sul rischio di contagio. Verrà svolta infine formazione specifica agli operatori dei SerT sul tema delle malattie infettive nella popolazione tossicodipendente.
“Questo premio, oltre a renderci orgogliosi, ci permette di sviluppare un progetto di grande importanza sotto l’aspetto sociale e sanitario – commenta ancora Mario Raspagliesi – La popolazione tossicodipendente necessità di interventi mirati in tema di malattie infettive e crediamo che il nostro progetto rappresenti un modello da seguire per questo tipo di interventi. Al momento è il primo esempio nella regione e la nostra intenzione è di valutarne con attenzione i risultati per un suo eventuale allargamento”.
Il progetto dell’Associazione TerrAmica (IN.SerT: information and caregiving work for HCV-HIV in drug addiction), proprio per le sue caratteristiche di unicità e la sua capacità di offrire un modello replicabile in altre realtà, è stato selezionato dalla Commissione Giudicatrice del Community Award, composta da Giorgio Fiorentini, Professore Associato in Management delle Imprese Sociali-Università Bocconi e Simona Seravesi, Esperta di programmi di salute pubblica nei paesi in via di sviluppo. L’Associazione con il suo progetto si è distinta oltre che per l’originalità dell’iniziativa e la sua replicabilità anche per la capacità di aggregazione ed il coinvolgimento delle altre realtà sanitarie e delle famiglie.
La scelta del progetto dell’Associazione catanese è avvenuta tra i 32 presentati da altrettante Associazioni pazienti e Organizzazioni No Profit del paese. Insieme a quello di Terra Amica ne sono stati premiati altri 13.